Lessinia

La Lessinia, denominata anche “Monti Lessini”, è un meraviglioso altopiano situato per la maggior parte nella provincia di Verona e, parzialmente, in quelle di Vicenza e di Trento. Inoltre una parte del territorio lessinico costituisce il Parco naturale regionale della Lessinia dove è possibile vivere il territorio in modo slow tra escursioni a piedi alla scoperta di contrade e alti pascoli, degustazione di prodotti tipici, visite culturali a musei antichi e monumenti naturali.

Una bellezza della natura che merita di essere scoperta, situata in Lessinia Occidentale, ai confini del comune di Sant’Anna d’Alfaedo (VR), è il maestoso Ponte di Veja, un arco naturale composto da un’arcata di circa quaranta metri, uno spessore minimo di nove e una larghezza di venti metri.

Lessinia e Ponti naturalistici

Un altro spettacolo outdoor è il Covolo di Camposilvano,  una cavità carsica di Rosso Ammonitico molto suggestiva e completamente avvolta dalla vegetazione. Scendendo verso il centro dell’anfiteatro si arriva ad uno stupendo balcone panoramico, dal quale si può ammirare il profondo ingresso della grotta. Esso veniva utilizzato come rifugio sin dai tempi più remoti ed era frequentato anche in epoca romana, come luogo naturale per la conservazione degli alimenti, e in quella medioevale, fino a tempi più moderni.

Il Covolo è un vero e proprio simbolo, infatti è considerato da molti storici il luogo dove Dante avrebbe preso ispirazione per la descrizione, nella Divina Commedia, dei gironi dell’inferno e del lago ghiacciato del Cocito, mentre la tradizione popolare lo descrive come casa di essere fantastici, quali orchi e fade (creature umane dispettose).

 Il Covolo di Camposilvano non è l’unico della Lessinia; ne sono esempio i Covoli di Velo che sono un complesso di gallerie sviluppate in senso orizzontale per oltre 500 metri, come la Grotta Inferiore e Superiore, scavate nei Calcari griri. 

Altre Grotte situate non nella Lessinia Occidentale, ma in quella Centrale, nel Comune di Roverè Veronese, vicino alla Contrada Capraia, sono la Grotta di Monte Capriolo, nota anche come ‘Grotta di Roverè 1000’ o ‘Grotta del Sogno’ e aperta al pubblico dal 1972. La grotta è percorribile grazie ad un lungo percorso di passerelle, circa 110 metri, facilmente accessibile e ben illuminato. Un piccolo ingresso scavato nella roccia e pochi gradini verticali permettono l’entrata alla prima delle due caverne che la formano (un pozzo di crollo), comunicanti tra loro grazie ad un passaggio artificiale.

Procedendo lungo il percorso attrezzato, si sbuca nella sala principale della grotta tappezzata da una grande varietà e abbondanza di stalattiti, stalagmiti, drappi e colate con forme, dimensioni e colori svariati che creano un effetto scenografico davvero spettacolare. 

Un’altra meravigliosa grotta è quella di Còale del Mondo, situata in località Cerro Veronese, dalla quale provengono una varietà di manufatti litici del Paleolitico superiore, del Neolitico ed Eneolitico: Punte di frecce, lame e raschiatoi. 

Nella parte più ad ovest della Lessinia, al confine tra le province di Verona e di Trento, si trova una della cavità carsiche più conosciute al mondo, scavata all’interno del Corno d’Aquilio: la Spluga della Preta, dove Spluga significa “cavità”, mentre Preta è il nome della zona, luogo protagonista in un film del 2005 dal titolo L’Abisso, che ne descrive la struttura e ne ripercorre l’esplorazione, anche la Spluga nasconde una serie di cunicoli ancora da esplorare, lasciando così un alone di mistero attorno a questo luogo magico della Lessinia.

A breve distanza dalla Spluga si trova la Grotta del Ciabattino, una suggestiva cavità conosciuta per le splendide formazioni di ghiaccio presenti fino a tarda primavera. 

Da non dimenticare a pochi chilometri di distanza, nel comune di Roverè Veronese, la spendida Grotta del Monte Capriolo.

In Lessinia si sta man mano sviluppando un turismo legato alla natura slow e di osservazione della Fauna, come il birdwatching a Bocca di Selva, grazie alla presenza di numerose specie alpine come l’aquila reale, il codirossone o il merlo acquaiolo. Recente è la possibilità di vedere d’inverno una specie in Italia poco frequente e poco numerosa come lo zigolo delle nevi che ha portato in Lessinia numerosi fotografi e birdwatcher. 

 Ma la tipicità di questo ambiente si caratterizza anche per le numerose specie animali presenti: lupo, camoscio, capriolo, cervo, lepre, marmotta, volpe, e poi ancora i volatili come aquila, gufo reale, allocco, civetta, picchio, gallo cedrone, fagiano, coturnice e lo zigolo delle nevi, l’airone cenerino, l’airone guardabuoi, la marzaiola o il totano moro.

Oltre alla fauna, la Lessinia è popolata da centinaia di varietà floreali e frutti del sottobosco: centinaia di diverse orchidee spontanee, ciclamini, bucaneve, primule, viole, genziane, gigli, peonie e zafferano. Funghi come porcini e ovoli, chiodini e mazze di tamburo. Queste specie sono presenti in tutta la lessinia, ma quelle più particolari risiedono proprio nella Foresta dei Folignani, che, insieme alla Foresta di Giazza, è uno dei boschi più estesi e caratteristici della Lessinia ed è compresa tra i comuni di Bosco Chiesanuova ed Erbezzo e fanno parte del più ampio Parco Naturale Regionale della Lessinia. Esso, infatti, è un’area di interesse naturalistico e storico culturale situata nel territorio Veronese e Vicentino che comprende 15 comuni e occupa la parte più a Nord della Lessinia e si trova in una zona montuosa delle Prealpi Venete tra i 1200 mt e i 1800 mt.

Lessinia flora e fauna

Nel Parco, per chi ha bisogno di rallentare e scoprire luoghi dalle tradizioni senza tempo, attività slow sono il Parco delle Cascate di Molina, le Cascate di Molina e il Borgo di Molina che deve il suo nome alla presenza di numerosi antichi mulini che ruotano grazie alla forza dell’acqua delle sorgive che caratterizzano questa zona e che sono loro a creare le Cascate. Il borgo è interamente pedonale così da poter ammirare ancora meglio le facciate delle antiche case di pietra tipiche della Lessinia. A Molina si possono visitare anche un Museo Botanico e nelle vicinanze la Grotta di Fumane, famoso sito preistorico.  

Lessinia e Cascate di Molina

Il turismo slow è sinonimo di autenticità, e proprio su questo aspetto sono stati realizzati diversi musei, diventati noti nel mondo e capaci di risalire all’identità di questo meravigliso territorio.  Tra questi musei vi sono: Museo dei Fossili di Bolca, conosciuto in tutto il mondo per i prestigiosi minerali e fossili (piante e pesci) dell’Era Terziaria (Eocene Medio, circa 50 milioni di anni), riportati alla luce in diverse località del suo territorio, le più famose delle quali sono la Pessàra, il Postale, il Vegroni, il monte Purga e lo Spilecco.

Lessinia, pietre naturali, fossili

Un altro importante museo che vanta una vasta produzione letteraria, dove permane viva la tradizione linguistica dei Cimbri è proprio il Museo dei Cimbri. Infatti, a partire dal XIII secolo, gran parte del nostro territorio è stato colonizzato da gruppi di popolazioni di origine bavaro-tirolesi denominati ‘Cimbri’. Essi ci hanno lasciato la loro lingua, il Tauc, un dialetto Tedesco, che viene ancora parlato a Giazza e nella Lessinia orientale, numerosi toponimi sul nostro territorio e altrettanti cognomi.

Non manca anche a San Bortolo delle Montagne, nel comune di Selva di Progno (VR), il Museo dei Trombini, armi a salve molto diffuse sin dai tempi antichi e diventati il simbolo di una cultura profonda che ha le proprie radici proprio in Lessinia. I trombini sono detti anche “sciopi” o “pistoni” e deriverebbero da armi da guerra del Seicento-Settecento, usate per lo più per incutere terrore e le loro origini risalgono, probabilmente, al 1611, quando alcuni soldati furono incaricati di difendere i Passi Pertica, Lessini e Val di Falcon armati di archibugi a miccia e moschettoni che si trasformarono nel tempo in Trombini festosi e devozionali, usati a scopo folkloristico.

Il museo  documenta la costruzione e l’utilizzo del trombino, il suo evolversi nel tempo, le varie fasi del caricamento, la pressione esercitata sulla polvere immessa nella canna dall’alto e le operazioni di sparo. 

La festa dei Trombini si celebra ogni anno nel giorno della SS. Trinità tra maggio e giugno a San Bortolo, mentre quella dei Pistonieri dell’Abbazia la prima domenica di giugno a Badia Calavena e due associazioni chiamate “Trombini di San Bortolo” e “Pistonieri dell’Abbazia di Badia Calavena” tengono viva la tradizione accompagnando ogni festa del territorio con questi strumenti caratteristici.

La parte settentrionale della Lessinia è una zona storica, essendo stata terra di confine militare durante la prima guerra mondiale, pertanto è caratterizzata da trincee, gallerie, mulattiere e forti facenti parte di un sistema difensivo che si estende per più di 30 km. Tra le principali, anche aperte alla visita, vi sono le magnificenti fortezze Forte Santa Viola sopra Azzago e Forte Tesoro ad Est di Sant’Anna d’Alfaedo, Trincee di Malga Pidocchio, dove risiede anche un Ecomuseo e Trincee del Valòn. Proprio tra gli alti pascoli della Lessinia, nel comune di Erbezzo, si trovano alcuni naturali ammassi rocciosi rimodellati, al tempo, dai soldati: un vero e proprio fortino caratterizzato da corridoi, gallerie, caverne, stanze, cucine, dormitori, scale e trincee in parte sormontate da lastre in pietra ed in parte predisposte per essere mimetizzate con rami secchi, nelle pareti laterali.

Numerosi sono anche i castelli, soprattutto nell’area più a sud-est, come il castello di Tregnago o il castello di Illasi.

Lessinia e Castelli

Il “Vajo del Bruto” o Valle delle Buse di Sopra, noto più semplicemente come Valle delle Sfingi, si trova nella contrada del Brutto o malga Buse di Sotto a Camposilvano, nel comune di Velo Veronese, in Lessina. Si tratta di una valletta particolare, lunga circa 800 metri, che presenta grossi monoliti regolarmente distanziati l’uno dall’altro e che ricordano le sfingi egizie, da cui prende il nome. Queste particolari rocce sono il risultato dell’erosione carsica di due diverse formazioni rocciose, il Rosso Ammonitico e l’Oolite di San Vigilio. La Valle delle Sfingi è un luogo magico, ricco di storie e leggende, come quella legata alla particolare roccia a forma di fungo, noto anche come “el sengio de l’orco“. Secondo la tradizione, infatti, questo fungo venne portato quì da un orco per permettere alle fade (delle creature magiche) di legarvi un capo di corda per stendere il bucato. O come il “Fò della Pace“, un grande albero isolato dagli altri e così chiamato perchè sotto la sua ombra si risolvevano liti e si stipulavano contratti.

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Lessinia e Valle delle Sfingi

Il territorio dell’alta Lessinia, che dai 1200 metri supera i 1800 metri nella sua parte nordorientale, si caratterizza per la presenza diffusa delle malghe, edifici costruiti in montagna per ospitare le attività dell’alpeggio durante l’estate. I pastori soggiornavano nella malga e davano luogo alla preparazione e stagionatura del formaggio. Molte le malghe presenti in Lessinia, ma solo poche sono state ristrutturate e valorizzate. Questi edifici risultano molto particolari dal punto di vista architettonico e sono caratterizzati dall’uso di pietra locale.

In tali aree sono presenti oltre centoventi malghe (l’intero territorio ne conta centoventicinque, delle quali centoventuno in questa area altimetrica); la monticazione nell’alta Lessinia ha in verità subito un sostanziale mutamento negli ultimi decenni e le malghe, pur vedendo utilizzati i terreni per il pascolo, hanno perso l’antica funzione di “fabbriche del formaggio”.  I pascoli erano ricavati spietrando i terreni dalle numerose rocce superficiali che venivano accumulate nelle cosiddette marogne; tali pietre erano spesso utilizzate per la creazione di muri a secco con i quali dividere i territori delle diverse malghe.

Tra i fabbricati e manufatti presenti nelle malghe si possono distinguere:la pozza di abbeveraggio, piccolo bacino artificiale presente in tutto l’altopiano, normalmente in corrispondenza di piccoli impluvi naturali, impermeabilizzato con dell’argilla per contenere preziosa acqua funzionale al bestiame durante la stagione dell’alpeggio;

– la stalle, erette in pietra ricavata dai più vicini affioramenti, di diversa dimensione in relazione al numero di capi che caricavano le malghe;

– il baito di montagna, vero e proprio caseificio dove nei due locali presenti si procedeva con le operazioni di creazione del formaggio e degli altri prodotti caseari, come il burro, la ricotta e la puina; il baito aveva poi un soppalco o un vero e proprio piano apposito, dove i malgari dormivano durante l’alpeggio;

– la casàra, fabbricato eretto per la stagionatura dei formaggi; in alcune malghe tale elemento non è presente come edifico a sé stante, come locale inserito nel contesto del baito; Uno dei formaggi più tipici della Lessinia è il Monte Veronese, esistente sotto tre tipologie di Monte Veronese “latte intero” ,“d’allievo” o “vecchio”, con differenti sapori e modalità di lavorazione, tali da essere unici e festeggiati nella Festa del Formaggio Monte Veronese ad Erbezzo, l’ultima domenica di maggio. 

– la giassàra, cavità artificiale scavata nei pressi di una pozza e ricoperta da una struttura in pietra talvolta interrata, costruita per contenere il ghiaccio che veniva tagliato dalla superficie della vicina pozza e riposto in lastre ben isolate durante la stagione invernale all’interno del manufatto. Durante la stagione dell’alpeggio il ghiaccio era utilizzato dai malgari sia per conservare gli alimenti, ma soprattutto per la produzione del burro. (Fonte: Archivio Parco Naturale Regionale della Lessinia)

Tra i prodotti da gustare tipici della Lessinia vi sono gli ‘gnochi sbatùi’, il cui nome deriva dall’operazione di sbattitura dell’impasto di acqua farina e sale  in modo tale da renderlo più consistente, accompagnati da piatti di polenta, formaggio e funghi e da altri prodotti della malga come il burro e la ricotta.

Un altro prodotto non ancora citato tipico della Lessinia è  Marrone di San Mauro, che  si differenzia dalle comune castagna, per la forma allargata, il colore più chiaro e la buccia sottile. Viene coltivato nella fascia altimetrica tra 400 e 700 metri, fra i comuni di Roverè Veronese, Selva di Progno, San Mauro di Saline, Badia Calavena e Tregnago e viene consumato sottoforma di caldarroste soprattutto in occasione della Festa dei Maroni a San Rocco di Piegara la penultima domenica di ottobre o la Festa dei Maroni di San Mauro di Saline la domenica successiva.

In Lessinia si possono degustare molti altri prodotti locali come noci, tartufi, fragole, frutti di bosco, ciliegie. E poi ancora miele, zafferano di montagna, erbe aromatiche, patate, carni sopraffine come quella della vacca frisona, della pecora brogna e della gallina grisa. Il tutto accompagnato da birre artigianali locali e da vino Valpolicella, e per finire un buon dolce, uno yogurt o un gelato.

La Lessinia offre davvero innumerevoli percorsi di trekking per esplorare il territorio in modo slow e cliccando qui se ne riportano alcuni, già filtrati dalla lente slow.